Le riforme innescate dall'azione delle Società di mutuo soccorso
 

Si è visto come il passaggio dal paternalismo assistenziale allo stato sociale, inteso come l'insieme degli interventi pubblici in materia economica e sociale rivolti alla garanzia dei cittadini, interventi che riconoscono diritti alle persone e forniscono servizi indifferenziati, c'è un segmento di storia rappresentato dalle società di mutuo soccorso. Esse segnarono il passaggio dalla beneficenza alla previdenza, dalla carità al mutualismo, dal ruolo passivo al ruolo attivo di molte persone che, cercando in modo organizzato un miglioramento concreto delle proprie condizioni, dettero vita ad una fenomeno che incise profondamente sul dibattito politico e sul quadro legislativo del tempo.
La riforma del 1877 istituì l'istruzione obbligatoria. Nel 1883 nacque la Cassa Nazionale di Assicurazione contro gli infortuni, ancora con carattere volontario, e nel 1898 fu finalmente prevista per legge l'assicurazione obbligatoria per gli operai . Quest'ultimo provvedimento, importantissimo, segnò il passaggio dello Stato sociale ad una fase più matura, l'origine del welfare moderno.
Con l'assicurazione obbligatoria lo Stato riconosceva implicitamente che la salute del lavoratore era un patrimonio per la collettività ed andava perciò tutelato. Offendo e garantendo prestazioni standardizzate e imparziali, fondate su diritti individuali, tali norme rivoluzionarono i criteri dell'assistenza e della beneficenza tradizionali. Questi compiti, che erano propri delle società di mutuo soccorso, furono a poco a poco recepiti nella legislazione come elementi caratterizzanti del welfare italiano .
Il 17 luglio del 1898 nasceva la Cassa Nazionale di Previdenza per l'Invalidità e la Vecchiaia, cui le Soms potevano attingere per un'integrazione ai sussidi che riconoscevano ai soci, assicurazione che diventò obbligatoria nel 1914.
Nel 1899 con la costituzione della Federazione Italiana delle Società di Mutuo Soccorso. Nel 1910 vi fu un primo stanziamento pubblico a favore dei disoccupati e nel medesimo anno fu istituita la Cassa di Maternità a favore delle operaie.

Il ruolo di ponte che le SOMS svolsero, fra beneficenza mutualismo volontario e stato sociale, andò sempre più accorciandosi con l'avvento del nuovo secolo. Le SOMS lasciarono ai Sindacati, alle Camere del Lavoro e ai Partiti politici, di cui erano state matrici, la continuazione della loro opera di promozione, mentre lo Stato iniziò ad assumere precise attribuzioni di tutela sociale, anche nei confronti dei lavoratori. Il ruolo delle SOMS, tuttavia, non cessò e rimase un vasto ambito di attività, dalle associazioni volontarie, alle funzioni amicali, al potenziamento delle iniziative di cooperazione, da cui ebbero origine realtà autonome, estremamente rilevanti per l'economia e la società italiana.
Alla fine del secolo le SOMS si erano così sviluppate da raggiungere quasi le 7000 unità.

 
Il Novecento ed il periodo fascista

Nel 1900 le SOMS erano oltre 8000, con più di un milione di soci ed un patrimonio di cento milioni di lire. Ebbero fortuna in Francia, Inghilterra, Germania ed in altri paesi europei. In Italia, nel 1901, si unirono in Federazione ed il Congresso ne indicò le linee principali. Nei primi vent´anni del 1900 il movimento associativo si sviluppa e si diversifica con la costituzione di circoli ricreativi, culturali e sportivi. Nascono in questo periodo, in particolare nella Toscana, le case del popolo, nuove forme di sodalizio fra lavoratori che riunificano i diversi ruoli svolti dalle SOMS.; sedi destinate non solo all´organizzazione politica, ma anche luoghi di ricreazione dove i lavoratori possano trascorrere le loro domeniche e le ore libere dal lavoro.
Negli anni della Grande Guerra lo sviluppo dei movimenti associativi viene inevitabilmente rallentato, tuttavia i circoli culturali, le case del popolo e le SOMS. sono impegnati in una campagna contro la guerra e nel contempo in tutte le sedi si promuovono aiuti ed assistenza per i cittadini, per i soldati e per le loro famiglie.
L´ avvento del fascismo è contrassegnato da una vasta azione che mira a distruggere tutti i movimenti di libero associazionismo ed alla loro progressiva integrazione (con le buone ma soprattutto con le cattive maniere) nel sistema fascista. Il nuovo regime, prima di abrogare tutte le libertà individuali, toglie alle organizzazioni dei lavoratori le loro sedi politiche, sindacali e associative. Il fascismo, nonostante si trovi di fronte ad una tenace resistenza, riesce a far chiudere o trasformare in "Case del Fascio" quasi tutte le sedi dell´associazionismo.

Nel febbraio del 1921 viene sgomberata dai Carabinieri con l´ausilio dell´artiglieria la sede della SOMS di Scandicci con l'accusa di svolgere attività sovversive, la connivenza e l´intervento degli apparati dello Stato facilita l´espulsione dei lavoratori dalle sedi delle quali sono legittimi proprietari e porta, nel 1924 ad un Decreto Legge per lo scioglimento delle SOMS e di associazioni di questo tipo.
Il colpo decisivo viene portato nel 1926 con le Leggi Speciali e la costituzione dell´Opera Nazionale Dopolavoro, organo che assorbiva nella struttura fascista tutte le forme di associazionismo.

L'attualità
Dopo la guerra, nel 1950, la Federazione Italiana della Mutualità, quale continuazione della soppressa Federazione Italiana delle Società di Mutuo Soccorso, si alleò con la Confederazione Generale del Lavoro, per rafforzare la tutela dei lavoratori.
Si costituì un'organizzazione di credito popolare a bassissimo tasso d' interesse che favorì lo sviluppo di piccole aziende cooperative e garantì l'assistenza sanitaria ed il sostegno economico alle categorie più deboli, ai disoccupati, agli orfani e alle vedove.
Le Società di Mutuo Soccorso come le Cooperative e le Associazioni di Persone, operano senza fini di lucro e per questo motivo si differenziano dalle società di capitale.
Le Società di Mutuo Soccorso hanno la grande capacità di aggregazione che dà loro non solo un potenziale vantaggio ma anche la possibilità di acquisire servizi (es. servizi sanitari integrativi) alle migliori condizioni, essendo anche responsabilizzate rispetto alla proprie risorse .
I limiti delle Società di Mutuo Soccorso generalmente sono dovuti alle limitate risorse finanziarie ed a una legislazione non sufficientemente adeguata, ma il limite delle risorse finanziarie non deve essere un fattore penalizzante, ma un maggior stimolo per un lavoro di aggregazione e coesione.
In Italia, il sistema dello Stato Sociale in vigore è un freno allo sviluppo mutualistico (in quanto, a parole, è garantita l’universalità della copertura sanitaria), a differenza di altri stati europei, poco più di 2.000.000 di cittadini aderiscono a società di mutuo soccorso.
È evidente che la mutualità in Italia gioca un ruolo ancora poco incisivo in materia di politica sanitaria, ma è un ruolo destinato a rafforzarsi nel prossimo futuro.
 
 
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