L'ALBURU DI LI BANDERI E CENNI SULLA MUTUO SOCCORSO DI BADESI.

 

“Li mindi” è il tratto spiaggia dove il 20 marzo del 1918 vennero trovati i primi cadaveri a seguito dell'affondamento del piroscafo Tripoli. Vennero portati dalle correnti marine almeno 30 cadaveri. La persona che trova i primi cadaveri è un signore, è un militare della marina, un certo Pes. Nell'Isola Rossa c'è una casermetta dove lui presta servizio, sono gli anni della 1° guerra mondiale. La mattina del 20 marzo trova qui i primi cadaveri. Immediatamente avvisa le autorità, fra cui il comune di Aggius, da considerare che a Trinità c'è la posta col telegrafo. Il comune di Aggius con il mutuo soccorso mettono una squadra di volontari che sono soci del mutuo soccorso, considerando che sono pochi quelli rimasti in paese in quanto molti sono al fronte. Viene organizzata una squadra, e si impegna al pietoso recupero dei  cadaveri che le correnti marine portano a riva. Arrivano anche da Tempio i soci del Mutuo Soccorso e si avvisano i Badesani che mettono a disposizione i carri a buoi. Tutti fanno quello che possono per recuperare i cadaveri che vengono concentrati in unico punto che è ben visibile da tutta la spiaggia, un enorme ginepro sardo senza spine ultra centenario. Pietosamente vengono composti i cadaveri coprendoli con sacchi di iuta e deposti poi nei carri, dal grande ginepro partirono per il cimitero di Trinità per la sepoltura percorrendo un vecchio sentiero. Vengono deposte così nel ginepro le bandiere con le mani che si stringono delle Mutuo Soccorso di Aggius e Tempio. L'ultra secolare ginepro sino allora denominato “l'alburu ecchiu” da quella data è chiamato “l'alburu di li banderi”.  Chi era in grado di narrare questo evento nel tempo è stato Leonardo Dettori. Diceva che ogni anno sino alla fine degli anni 40 si veniva in pellegrinaggio presso questo straordinario ginepro e nella scampagnata non si mancava di mangiare formaggio, salsicce ed altre cose che ogni uno portava, nel ginepro, che è un albero sacro, venivano lasciate bandiere con la stretta di mano. A seguito di questo evento del recupero delle salme del piroscafo Tripoli, a Badesi fu fondato nel 1920 il Mutuo Soccorso e rimase in attività per poco più di 25 anni. Ha una piccola sede con lo spaccio in una casetta presso la sede parrocchiale e li rimane per 10 ¨C 15 anni poi venne spostata la sede dove adesso c'è un bar. I nomi di alcuni soci sono; Achenza, Garrucciu, Serafino Stangoni, Martino Stangoni, un maestro elementare Gianni Antonio Stangoni e tanti altri. Queste cose le narrava Leonardo Dettori un vecchio scapolo, morto qualche anno fa, figlio di uno di Tissi  trapiantato a Badesi con una memoria incredibile. Chi ricordava i fatti del pellegrinaggio era Antonio Moretti proprietario di questi terreni. Dicevano che partecipavano più di 100 persone del mutuo soccorso e lasciavano le bandiere e gli stendardi che rimasero per molti anni.

Alla fine degli anni 40 il mutuo soccorso di Badesi cessa di esistere per un certo degrado dovuto al malcostume del bere. Venne usato per molti anni lo stendardo ai funerali dei vecchi soci. La bandiera era a casa di un signore uno dei vecchi soci, Giovanni Antonio Sechi,  che io conosco il figlio Gino Sechi, la bandiera con il simbolo delle mani cosa veramente straordinaria era custodita religiosamente in un vecchio comò. Il ritrovamento dei cadaveri del piroscafo Tripoli e di “l'alburu di banderi” sono stati narrati nel giornalino di Trinità d'Agultu “LA FRISAIA”

 

Gianni Serra, Vanni Deiana, Antonio Pirodda